Salute e sicurezza sul lavoro: la piu' grande indagine nazionale

abcFornire dati utili allo sviluppo di strumenti di prevenzione mirati al miglioramento della qualità della vita lavorativa, anche alla luce dei mutamenti del mondo del lavoro, in particolare a seguito dell’applicazione del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro) e delle sue successive modifiche.

È questo l’obiettivo del progetto Insula, la prima indagine italiana basata su un campione rappresentativo di oltre 12mila interviste a lavoratori, imprenditori e a tutte le figure della prevenzione aziendale, nata persviluppare un sistema permanente di rilevazione della percezione dei livelli di tutela. Approvato e finanziato dal ministero della Salute, Insula è stato realizzato dal settore Ricerca dell’Inail con il coinvolgimento di università, Regioni, parti sociali e associazioni scientifiche e sarà disponibile online sul Canale della sicurezza dell'Inail.

Le indagini principali – per un totale di oltre novemila interviste – sono state effettuate su un campione di lavoratori e uno di datori di lavoro, entrambi rappresentativi della forza produttiva italiana. Oltre a questo progetto capofila, che ha interessato anche i responsabili del servizio diprevenzione e protezione (631 interviste), sono stati realizzati tre focusspecifici che hanno coinvolto tutte le figure della prevenzione previste dalla normativa vigente, “monitorati” in relazione alle criticità e ai bisogni relativi all’espletamento delle proprie attività, ovvero medici competenti (1.237 interviste), rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (600 interviste) eoperatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle Asl (975 interviste).

Per quanto riguarda i lavoratori sono stati intervistate ottomila soggetti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, le cui risposte hanno fatto emergere aspetti conoscitivi di grande interesse. Per esempio, in merito all’ordine di priorità da assegnare in relazione a quattro aspetti connessi all’attività lavorativa – sviluppo di carriera, salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro, bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, e stabilità del posto di lavoro – la stabilità del posto di lavoro e la salute e sicurezza sono risultate le più scelte al primo posto, con percentuali quasi identiche pari a circa il 33%.

Al secondo posto, con il 34%, sono state indicate nuovamente la salute e la sicurezza, mentre al terzo posto ilbilanciamento tra vita lavorativa e vita privata è stato scelto dal 30% degli intervistati. L’ultimo aspetto, relativo allo sviluppo di carriera, è stato invece quello meno scelto.

Altro aspetto d’interesse è quello che ha visto – con riferimento ai cinque anni precedenti l’indagine – l’88% del campione dichiarare di aver ricevuto dall’azienda informazioni riguardanti la normativa vigente in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Il 76% ha sostenuto di aver usufruito di corsi di formazione obbligatori ex lege e il 50% di informarsi anche autonomamente sulle tematiche attinenti la prevenzione sul lavoro.

Rispetto agli strumenti adoperati per informarsi autonomamente si evince che internet è il più adoperato, sia nella navigazione di motori di ricerca in generale (50%) sia nella navigazione di siti specializzati (16%). Inoltre si mette in evidenza che la percentuale complessiva dell’uso del web è superiore nell’area Sud e Isole (68%) rispetto al Nord dove rimane al 64%.

L’indagine sui datori di lavoro è stata condotta su un campione composto da 1.010 persone, rispecchiando le caratteristiche aziendali tipiche del tessuto produttivo italiano riguardo la dislocazione geografica delle aziende, il settore economico di appartenenza e la dimensione. Tra i principali risultati emersi, il 35,8% del campione ha dichiarato che nell’attuale situazione economica sia “abbastanza” sostenibile investire in tema di salute sul lavoro e il 35,6% che lo sia “molto” o “completamente”. Ancora, il 56,1% ritiene che il livello di tutela della salute e sicurezza sul lavoro sia aumentato negli ultimi cinque anni, in seguito all’entrata in vigore dell’attualenormativa, mentre il 42,7% che sia rimasto invariato. Complessivamente, il 61,8% degli intervistati svolge le funzioni di datore di lavoro presso una piccola-media impresa e, dai risultati, sono emerse delle differenze rilevanti nelle percezioni dei datori di lavoro appartenenti ad aziende di maggiori dimensioni rispetto a quelli delle piccole e micro imprese.

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